Dico
Dico,
a te,
perché non parlo
a te
Dico,
a te che abiti
nella mia testa,
perché non ti parlo
Tu agiti acque
frulli musica
apri varchi di carne in attesa
Si consuma in un rito di
mezza sera mezza notte
mattino iniziale
la parola che ti parlo e
tu restituisci in eco
A volte mi confondo
e la prendo come voce
del mondo
La guerra infuria e insozza
candidi petti occhi sulla vita aperti
Tutto è scoppiato anche qui,
nel fuori di cui sono parte
Sono schiantata, anch’io
Albero albero albero
fulmine fulmine fulmine
che ti sei abbattuto
albero albero io albero
io albero
imprigionato scheletro schiantato
invaso dal mondo chiuso al mondo
Non c’è riparo dal mondo
Un dolore strazia la mente
che desolatamente fa resistenza
Speranza sogno speranza
desiderio, desiderio, desiderio -ripete incessantemente
la mente.
Il piede si impunta
perché la vita non la spunti
Anche tu a cui non parlo
sparisci allora
Amore non nasce dove
la parola è deserta
(Simona Polvani)